Cos'è uno psicologo nei lager?

Durante l'Olocausto, alcuni prigionieri nei lager nazisti, in particolare nei campi di concentramento, furono costretti a lavorare come psicologi per i nazisti. Questi individui, spesso prigionieri ebrei altamente istruiti nel campo della psicologia, venivano utilizzati per condurre esperimenti sugli altri prigionieri e per studiare il comportamento umano in condizioni estreme.

Gli psicologi nei lager erano spesso costretti a compiere atti disumani, come selezionare prigionieri per la morte o per l'internamento in campi di sterminio. Allo stesso tempo, alcuni di loro cercarono di proteggere i prigionieri e di alleviare le sofferenze psicologiche causate dalle atrocità dei nazisti.

Alcuni psicologi nei lager, come Victor Frankl, autore di "La ricerca del senso in un mondo senza senso", resistettero spiritualmente all'oppressione nazista e offrirono sostegno agli altri prigionieri attraverso il loro lavoro e la loro presenza compassionevole.

Complessivamente, la presenza di psicologi nei lager durante l'Olocausto solleva importanti questioni etiche sull'uso della psicologia in situazioni di violenza estrema e sulla responsabilità professionale dell'aiutare gli individui a sopravvivere in condizioni disumane.